Vacanza a Manduria. Affitto appartameni e case vacanza a Manduria.
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Informazioni e curiosita' su Manduria Simbolo della città è un pozzo dal quale spunta un albero di mandorle, realmente esistente, e denominato Fonte Pliniano, essendo citato da Plinio il Vecchio. Tra i monumenti da visitare vi sono il duomo romanico (meglio conosciuto come Chiesa Madre), il ghetto medievale ed il palazzo marchesale, residenza dei principi della famiglia Imperiale del 1719. Da visitare anche il parco archeologico, le mura messapiche e la necropoli, e tutto il centro storico della città. La "Torre Borraco" o "Burraco" è una torre di avvistamento contro le eventuali incursioni provenienti dal mare (tra cui quelle saracene), situata lungo la costa, ad est del torrente Borraco e ad ovest della frazione San Pietro in Bevagna. Venne costruita nell'allora territorio del feudo di Maruggio nel 1473. Frazioni San Pietro in Bevagna è una località balneare situata nei pressi della foce del fiume Chidro, a circa 10 km da Manduria, sul litorale jonico tarantino, tra le località di Torre Borraco e Torre Colimena (o Columena). Le vaste spiagge sono caratterizzate dalla presenza di dune e macchia mediterranea, e nella stagione estiva vi si tengono spettacoli serali nella centrale "piazza delle Perdonanze". L'economia di Manduria è basata per la maggior parte sull'agricoltura ed in particolare sulla produzione del vino DOC Primitivo e dell'olio DOP. Il Primitivo, prodotto solo in questa zona, famosissimo in tutta [Italia], viene anche esportato in California, che, per il clima simile, produce del vino con simili caratteristiche. La Fiera Pessima è una fiera campionaria di carattere regionale che si svolge in città nel mese di marzo. Dal 1742, anno della sua regia istituzione, ha acquisito con il passare degli anni sempre maggiore importanza, tanto da esser diventata una evento che coinvolge l'intera Italia centro-meridionale, e da farla considerare la seconda fiera di maggior importanza dopo la Fiera del Levante.Tratta della produzione agroalimentare, di artigianato, di commercio, di tempo libero e di servizi, e nel corso degli anni ha assunto il carattere di fiera campionaria generale regionale, potendo contare sulla presenza di oltre 300 espositori provenienti da tutte le regioni dell'Italia centro-meridionale. Secondo la tradizione, le sue origini risalirebbero al periodo tra il XIV e XV secolo, quando la regina di Napoli Giovanna II d'Angiò (1371-1435), ne avrebbe accordato lo svolgimento tra il primo ed il quindicesimo giorno del mese di ogni anno. La prima documentazione scritta, tuttavia, risale ad un Regio Decreto datato 1742, con il quale la data di conclusione fu anticipata al 12 marzo, per il ricorso dei comuni di Lecce e di Ostuni, che tenevano le loro fiere il 15 marzo. Un altro decreto datato 1832, posticipò la data di inizio al 9 marzo, per poi stabilirsi definitivamente al 7 marzo dell'epoca moderna. La denominazione di Fiera Pessima è da far risalire invece agli inizi del XIX secolo[2], e varie sono le ipotesi avanzate dagli studiosi di tradizioni locali per motivare questa denominazione: la più verosimile ed accettata appare quella legata alle condizioni meteorologiche, non di rado inclementi durante il periodo di svolgimento della manifestazione, meno attendibile è invece quella riferita agli esigui guadagni ottenuti dai mercanti, anche a causa delle avversità atmosferiche. Un'altra ipotesi, riferita dal sacerdote manduriano Don Tommaso Quero nel 1939, farebbe risalire tale denominazione al lamento di Giacobbe cantato in latino, ascoltato dai visitatori di ritorno dalla fiera nella chiesa di San Gregorio, quando la terza domenica di Quaresima coincideva con il periodo espositivo: «Fera pessima devoravit filium meum Joseph» (che tradotto in italiano significa: «Una belva feroce ha divorato mio figlio Giuseppe»). Fonte:www.wikipedia.it |
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