Le Focare
Le focare o focareddhre si svolgono di solito il
19 marzo in onore di S. Giuseppe, ma la consuetudine cambia
da paese a paese. Il termine focara indica un grande falò durante
il quale viene bruciata, secondo la tradizione, tutta la legna
da ardere che non è stata utilizzata d’inverno.
Le focare hanno un altissimo valore simbolico; si collegano
infatti ad antichi riti propiziatori e di purificazione fatti
con il fuoco, antiche cerimonie pagane che la Chiesa ha cristianizzato
legandole al culto di S. Giuseppe. Secondo la tradizione, le
focare venivano accese dalla gente per far riscaldare il povero
santo che non possedeva nulla e, per l’occasione, gli
si offrivano anche cibo e bevande preparate Nel Salento la
tradizione delle focare si perpetua anche in occasione di festività popolari,
ma la focara per antonomasia resta quella di Novoli che si
tiene il 17 gennaio in onore di S. Antonio, la cui realizzazione
impegna tutti i cittadini e il cui spettacolo richiama curiosi
da tutto il Salento.
La Quaremma

La
Quaremma o Caremma (dal francese Careme, in altre parole Quaresima) è un
fantoccio di paglia con le sembianze di una brutta vecchia
vestita a lutto. Nella tradizione
popolare, la Quaremma rappresenta la moglie del Carnevale e
compare sulle terrazze delle case quando le festività carnevalesche
sono finite e quindi il marito può dirsi morto.
Le Quaremme
fanno così capolino dalle terrazze quando inizia la
Quaresima, quel lungo periodo di astinenza e penitenza che
precede le festività della Santa Pasqua. La Quaremma
regge tra le mani il fuso e la conocchia, simboli della laboriosità e
del tempo che trascorre e ha ai suoi piedi un’arancia
nella quale sono conficcate sette penne, una per ogni settimana
di astinenza e sacrificio che precede il giorno di Pasqua,
quando sarà rimossa dalle terrazze e bruciata. Il fuoco
purifica e rigenera realizzando così un nuovo ciclo
destinato a ripetersi negli anni.
La cuddhrura legata al culto della
Quaremma è la cuddhrura,
una sorta di pane dolce che si prepara durante la settimana
santa e si consuma il giorno di Pasqua o il lunedì dell’Angelo.
Il dolce è guarnito con uova sode e può assumere
svariate forme, come un cestino, un pupazzo, una bambola oppure
un cuore, giacché veniva regalato quale pegno d’amore
dalle giovani donne ai futuri mariti.
SCRITTO DA PASCA EMANUELE