Il toponimo specchia deriva dal latino speculum, usato per
indicare un punto di avvistamento. In Puglia si dicono specchie
i cumuli di pietrame delle più svariate origini, ma
particolare attenzione meritano le piccole specchie, il cui
tumulo ha un diametro tra i 10 e i 15 metri e un’altezza
di circa 4 e che custodiscono al loro interno dolmen con funzione
tombale e le grandi specchie che raggiungono un’altezza
compresa tra 10 e 15 metri, ma al cui interno non custodiscono
nulla.
Le grandi specchie sono presenti per lo più vicino
alla costa e sono collocate su delle alture in modo tale da
avere una visuale privilegiata, per tenere costantemente sotto
controllo il litorale e il mare. Nel territorio di Salve sono
presenti tre specchie che alcuni storici fanno risalire addirittura
al Neolitico; si tratta della specchia Cantoro, della specchia
Spriculizzi e della specchia Cucuruzzi o dei Fersini, la più imponente
e sicuramente la più antica delle tre.
Degna di attenzione è la
Specchia dei Mori (Segla u demonìu), nei pressi di Martano,
che da un’altura domina la pianura che si estende fino
alla costa adriatica; lo stesso nome ne ricorda l’importanza
assunta nella difesa del territorio.
L’antica via romana
Traiano-Calabra, che univa Brindisi a Otranto, passa nelle
vicinanze di questa grande specchia e la presenza di vasellame
e punte di frecce di epoche diverse nel terreno circostante,
ricorda come questa specchia sia qui da sempre, per controllare
quel mare fonte di ricchezza, ma anche portatore di pericoli
e paure.
SCRITTO DA EMANUELE PASCA
|