Singolare testimonianza dell’uso della pietra a secco,
sono serbatoi idrici dai quali dipendeva la vita stessa delle
popolazioni, in una zona caratterizzata da una falda acquifera
molto profonda e difficile da raggiungere.
La "Pozzella", antica ed ingegnosa costruzione, sorgeva
in una naturale depressione del terreno, ove confluivano naturalmente
le acque piovane e che qui prendevano il nome evocativo di "laghi".
Al fondo delle depressioni, per evitare l’evaporazione
estiva e preservare la potabilità dell’acqua,
venivano scavati dei pozzi e rivestiti, a cerchi concentrici
restringentesi verso l’alto, con pietrame a secco.
Sull’ultimo anello di pietra veniva posto un grosso blocco
lapideo forato al centro che costituiva la bocca o "vera" del
pozzo.
Nei pressi delle pozzelle sono sorti numerosi abitati, anche
scomparsi come quello di Apigliano nei pressi di Martano e
confluite vie di comunicazione.
Testimonianza di grande cultura e civiltà, questi monumenti
possono oggi essere presi come mirabili esempi di adattamento
dell’uomo all’ambiente, di un uso non distruttivo
delle sue risorse, come modelli di sviluppo sostenibile per
tutto l’Occidente.
E’ questa l’eredità lasciata dai nostri
padri: un modello vincente che come gli olivi ha sfidato il
tempo, ne é stato plasmato ma ancora vive e dà vita.
Tratto dalla collana "Puglia Rurale" - Regione Puglia
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