Si tratta di una danza terapeutica che ha origine nell’antichissimo
rito di guarigione delle tarantate, durante la messa-esorcismo
del 29 giugno che si svolgeva e tuttora si svolge, presso
la cappella di San Paolo a Galatina, santo protettore di
tutti coloro i quali sono morsi da animali velenosi. L’esorcismo
poteva in ogni caso svolgersi anche in privato, tra le mura
domestiche, con l’ausilio di tamburelli, violini, armoniche
a bocca e altri strumenti musicali. La paziente (tarantata)
ballava per ore in preda all’epilessia causata dal
veleno, fino a quando stremata, stramazzava al suolo priva
di sensi, potendo così riposare temporaneamente; il
tormento del veleno non era infatti finito e puntualmente
si faceva sentire al sopraggiungere dell’estate successiva.
Per decenni non si è più parlato di tarantate
e riti di esorcismo; considerate come sinonimo di arretratezza
e vergogna, sono state rimosse e dimenticate. Oggi il tarantismo è in
sostanza scomparso; resta solo un ricchissimo bagaglio culturale
fatto di canti, leggende, musica e parole che sono stati
riscoperti ed “esportati” nel resto d’Italia
e fuori nazione.
PIZZICA DE CORE
La pizzica de core rappresenta i sentimenti d’amore,
erotismo e passione nel rito di corteggiamento tra un uomo
e una donna. Alcune cronache del XIX sec. descrivono questa
danza sfrenata, variante della pizzica tarantata: una donna
balla al ritmo frenetico dei tamburelli e violini sventolando
un fazzoletto rosso, il colore della passione, con il quale
invita a ballare colui che il capriccio le indica. Stanca
di questo compagno, ne invita un altro e un altro ancora
a suo piacimento, donando il fazzoletto solo a colui che
sarà stato in grado di rapirle il cuore assecondando
ogni suo desiderio, ogni sua fantasia.
DANZA DELLE SPADE
Questa originale forma di danza deriva quasi certamente
dai duelli rusticani, che si tenevano quando l’onore
e l’orgoglio erano stati feriti e messi in discussione,
quando le faide tra famiglie insanguinavano i paesi, ma si
tenevano anche in occasione di fiere e mercati. Furono molto
probabilmente gli zingari, quando gestivano il mercato del
bestiame, ad innestare sul ritmo della pizzica questa sorta
di danza-scherma che, combattuta in origine con armi affilatissime,
ha poi perso il suo carattere sanguinario e violento e i
coltelli sono stati sostituiti dal dito indice e dal dito
medio protesi come una lama. I movimenti di questa danza
simulano proprio un duello con tanto di provocazioni e attacchi,
affondi e difese. La danza delle spade si può ammirare
dal tramonto del 15 agosto all’alba del 16 di fronte
al santuario di San Rocco a Torrepaduli, frazione di Ruffano.
Attorno ai duellanti, la gente un tempo inorridita è stata
sostituita da turisti e curiosi che danzano, cantano, battono
le mani e, all’occasione, si sfidano all’ultimo…ballo.
APPROFONDIMENTO:
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canzoni della tradizione salentina
La
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SCRITTO DA PASCA EMANUELE