La tarantola o taranta è un ragno velenoso dal cui morso è tratto
il termine pizzica. Il veleno entrato in circolazione provoca
stati di forte agitazione psico-motoria seguiti da violente
emicranie e rigidità muscolare che da vita ad attacchi
epilettici.
Nel caso del tarantismo tuttavia, la tarantata
non è stata morsa da nessun animale. In questi casi
il fenomeno del tarantismo deve essere interpretato come il
simbolo della frustrazione psichica, economica, sociale e sessuale,
ossia come la crisi isterica del singolo individuo.
Non a caso
ad essere "pizzicate" erano le donne, emarginate
tra gli emarginati, che durante l’estasi o il tormento
del veleno, si potevano permettere di tutto, anche di mimare
amplessi in pubblico, fino a quando San Paolo, il protettore
delle tarantate, non concedeva la grazia.
Il ragno è il
simbolo della Madre Terra che riaffiora con i suoi istinti
primordiali implacabili, con la forza di riti pagani antichissimi
che il Cristianesimo ha cercato di mitigare riportandoli alla
ragione, nel grembo di Santa Madre Chiesa.
All’origine
ci sono quindi la terra e la taranta, il tamburello e la sua
musica primordiale e un repertorio di ricordi ancestrali che
ognuno di noi si porta dentro e che riaffiorano periodicamente.
Il tarantismo pugliese nacque nel medioevo e si mantenne con
intensità di partecipazione popolare e varietà di
forme mitico rituali sino alla fine del '700 iniziando la sua
decadenza nel secolo successivo.
Lo scenario in cui il rito della danza si svolgeva durante
le celebrazioni di San Pietro e Paolo, era un ampio lenzuolo
disteso su coperte che copriva il pavimento, e sul lenzuolo,
in un angolo, un cestino per la raccolta per le offerte e le
immagini dei Santi.
Lo strumento utilizzato per accompagnare il rito del ballo è il
tamburello leccese che viene suonato con una tecnica particolare,
dando il ritmo di base, con la percussione, e un caos ordinato,
con i sonagli. Attorno al lenzuolo si forma così la
"ronda" (cerchio)
in mezzo al quale, con una tecnica molto elementare si balla
la danza della pizzica.
APPROFONDIMENTO:
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SCRITTO DA PASCA EMANUELE