Lu Ombrellaru
Se una raffica di tramontana aveva rovesciato la cupola di un ombrello e sconnesso qualche stecca si aspettava di sentire la voce te l'ombrellaru. Questo era un uomo che si faceva vedere, in periodi ben precisi e cioè prima e durante i periodi delle piogge. Vestiva quasi sempre molto male. Questo modo di vestire serviva per proteggerlo dalle giornate brutte ma gli permetteva anche di lavorare in modo più libero L'ombrellaru portava con sé un'attrezzatura costituita da pinze, filo di ferro, stecche di ricambi, pezzi di stoffe, aghi, filo, spaghi di vario genere tutto in una cassetta di legno sulla quale sedeva durante il lavoro che non era né facile, né breve. La struttura dell'ombrello era facile da incepparsi all'altezza del collano o anello di scorrimento. Le cattive condizioni economiche potevano permettere l'acquisto di un solo ombrello per tutta la famiglia, per le basse tariffe di riparazione e non ultima, la mentalità del tempo di non buttare via nulla o distruggere quello che poteva ancora servire permettendo a questo mestiere di sopravvivere. L'ombrellaru girava per il paese a piedi alla ricerca di eventuali clienti intanto bussava alla porta di qualche famiglia o gridava: "Ombrellaru - Ombrellaru". Quando era impegnato dimostrava che tutto era riparabile. Ci voleva solo pazienza e bravura. Arrangiava sulla tela o aggiustandola o cambiandola del tutto; armeggiava con la pinza su pezzi metallici, sul manico finchè l'ombrello non tornava a funzionare come prima.
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