Lu Ferracavalli
Vedere oggi passare un cavallo per le nostre strade intasate di macchine, camioncini e motori è diventata una cosa rarissima. Per far vedere ai nostri figli com'è un cavallo dobbiamo portarli o allo zoo, o al circo o all'ippodromo. Ormai è finita un'epoca. Però è bene ricordare come un tempo fra uomo e animale ci fosse un rapporto oserei dire di amicizia, di affetto. Moltissime, allora, erano le famiglie che avevano la stalla attaccata all'abitazione o addirittura all'interno di essa. Moltissimi erano quelli che lasciavano i traini, le carrozze, i carretti nei vari cortili o negli slarghi del paese. Nelle campagne, per i diversi lavori, per il trasporto delle merci i quadrupedi equini, sono stati sostituiti lentamente da motozappe meccaniche, da motori "APE", da "FIORINI". Ormai è diventato molto raro vedere un cavallo tirare l'aratro, un asino tirare la trainella, un mulo tirare un carretto. Il maniscalco o "ferraciucci" era un vero specialista, che, oltre a costruire e ad applicare gli zoccoli agli animali doveva avere una vasta conoscenza sulla loro anatomia, sui loro diversi comportamenti, sul modo di operare durante la ferratura. La parola di difficile comprensione, trae origine dal latino medioevale "mariscalcus" e quella del franco "marh skalk" che significa: servo, "skalk", e addetto ai cavalli, "marh". Tanti e tanti anni fa quello del ferracavalli era un lavoro molto richiesto. Già dalla mattina presto si sentiva battere ritmicamente il martello. Questo rumore faceva capire che " lu ferraciucci" stava dando alle staffe la dimensione degli zoccoli. Spesso si avvertiva nell'aria quell'odore acre degli zoccoli bruciati dal ferro rovente che veniva applicato su di essi. "Lu ferracavalli" lavorava curvo, dietro il deretano dell'animale, ma, anche se era preso dal lavoro, stava molto attento a balzare di lato appena notava un minimo movimento, ed evitare qualche calcione che ogni tanto l'animale dava graduitamente fuori programma. Questo avveniva molto spesso nei giorni di maggio; l'animale incalorito da una subitanea urgenza d'amore si scatenava in mezzo alle persone. Fuori dalla sua bottega, egli metteva un ferro di cavallo, non per scaramanzia, ma come insegna. Forse, se ci fosse oggi, metterebbe un'insegna luminosa con la scritta "SCARPE PER GLI ANIMALI".
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