Lu Zuccature
Espletare questo lavoro voleva dire fatica e sacrificio. Lo zuccature o bracciante era pronto ad ogni chiamata e a recarsi in qualunque posto. Lavorava a giornate, per un numero di ore imprecisato, mai inferiore ad otto; espletava faccende e attivitą connesse ad una coltura qualsiasi. Il lavoro era duro e lungo, tranne un breve intervallo per mangiare, un pezzo di pane con un pomodoro, una cicoria o una cipolla e bere un po' d'acqua o vino. Il tutto portato da casa dentro una borsa di paglia. Gran parte del tempo lu zuccature lo passava lavorando nelle campagne, ma anche nelle tagghiate vicine al paese. Qui "cu lu zueccu" toglieva dalla parete "li piezzi te tufu" che servivano per le costruzioni delle case del paese. Anche se la fatica era quasi disumana, specialmente l'estate sotto le cave, il compenso era modestissimo; purtroppo i braccianti non potevano reclamare, altrimenti non si sarebbe presentata una nuova "chiamata al lavoro". I pił fortunati riuscivano a trovare, qualche volta un lavoro stagionale presso qualche piccola impresa o presso qualche proprietario terriero. Questa possibilitą gli permetteva di avere una probabile continuitą di lavoro per la mietitura o la trebbiatura e se erano fortunati, anche per la vendemmia.
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