La frammentazione delle grandi proprietà fondiarie sviluppa
unità territoriali dette massae affidate alla conduzione
dei massari, da cui masseria. Le autorità sovrane nutrono
immediatamente grande interesse verso questo strumento di controllo
del territorio e gestione delle risorse, quindi, sin dal Medio
Evo, il sistema massaricio riflette una struttura economica
di sfruttamento delle terre e della manodopera, che sarebbe
rimasta immutata per secoli, fino alla metà del XX sec.
L’impostazione presenta il motivo ricorrente del cortile
centrale attorno al quale si distribuiscono i diversi corpi
di fabbrica: l’abitazione del massaro o, occasionalmente,
del proprietario fondiario; le stalle e i recinti per gli animali;
le strutture destinate alla conservazione e alla lavorazione
dei prodotti della terra e dell’allevamento. Sparse in
maniera uniforme sul territorio, le masserie differiscono tra
loro per le diverse tipologie costruttive e architettoniche
adottate; alle modeste costruzioni rurali si accompagnano vere
e proprie strutture fortificate che contribuiscono alla difesa
dell’entroterra.
In questi casi si ha di fronte la tipologia
della masseria-torre o masseria fortificata. Dalla metà del
XVIII sec. , alcuni miglioramenti in ambito agricolo e la necessità di
trarre maggior profitto dalla terra, fanno sì che le
forme del potere trovino espressione anche in campagna; da
qui la nascita della masseria-villa o masseria-casino che si
presenta come un luogo di villeggiatura per sfuggire alla calura
estiva delle città. Le masserie si arricchiscono pertanto
di ricchi portali, di balconi e di belvedere, di giardini e
di decorazioni a stucco e affreschi, ornamenti che fanno delle
spartane strutture rurali, dei piccoli gioielli di pregiata
architettura.
MASSERIE FORTIFICATE
A causa della sua conformazione geografica la penisola salentina è stata
fatta oggetto, sin dall’VIII sec. circa, di saccheggi
e di incursioni piratesche che hanno raggiunto una certa
recrudescenza con la crisi e la successiva caduta dell’Impero
Bizantino (1453).
Nel corso del XVI sec., il piano di difesa
del territorio voluto da Carlo V, porta alla costruzione
di strutture difensive sia lungo tutta la costa e adriatica
e ionica, sia nell’entroterra mediante la realizzazione
di torri e fortificazioni che interessa anche le masserie.
Le strutture preesistenti vengono rafforzate con la creazione
di piani alti, feritoie, caditoie, merlature e contrafforti
per le mura.
Le strutture costruite ex novo presentano delle
caratteristiche che sono rimaste immutate nel corso dei secoli,
tanto da giungere pressoché intatte fino ai nostri
giorni; una torre troncoconica o troncopiramidale, con
merlature, ponti levatoi e caditoie aggettanti sugli ingressi,
attorno alla quale si organizza la vita della masseria.
Le
murature dell’insieme si presentano poi ispessite e
con feritoie. Queste efficaci strutture difensive sono poi
coadiuvate da drappelli di uomini a cavallo dislocati in
alcuni fortilizi, pronti ad intervenire alle prime avvisaglie
di pericolo. Torri costiere, castelli e masserie fortificate
comunicavano tra loro mediante segnali di fumo di giorno
e fuochi accesi durante le ore di oscurità. Questo
apparato militare e strategico e la sorveglianza costante
delle coste durante tutto l’arco della giornata, aiutano
a comprendere la paura che il Gran Turco, rapitore di giovani
e distruttore delle messi, suscitava nelle genti salentine.
SCRITTO DA EMANUELE PASCA
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