Lecce

Il nostro viIl secondo itinerari proposto da Salentu.com si ferma interamente
nella città di
Lecce, dove e possibile ammirare numerosi reperti storici oltre hai rinomati
palazzi in stile barocco che fanno della città una delle più belle
d'Italia, tanto da meritarsi il nome di "Firenze del Sud" .
Il nostro viaggio inizia dal Castello di Carlo V, costruito dall'architetto
Gian Giacomo dell'Acaya (1539-1549), che ha pianta trapezoidale con quattro
bastioni.
Alla struttura difensiva, circondata da un fossato, colmato nel 1872, si accedeva
attraverso due porte: "Porta Falsa" e "Porta Reale". La parte
più antica del suo interno è costituita dal mastio quadrangolare
di epoca angioina, il cui ambiente ipogeico è stato utilizzato come cappella,
all'interno della quale c'è un altare barocco. L'altra cappella presente
nel castello, è dedicata a Santa Barbara.
Da qui ci spostiamo in Piazza Sant'Oronzo, il cui assetto è completamente
mutato rispetto a quello originario in seguito alla scoperta dell'Anfiteatro
che si volle portare alla luce più ampiamente con il piano regolatore
approvato nel 1934 e che secondo alcuni studiosi, fu eretto nella prima metà del
II sec dopo Cristo, nel periodo degli Antonini. Misurava m. 102x83, con l'arena
di m. 53x34 e si ritiene potesse contenere circa 25.000 spettatori. L'antica
piazza, stratificatasi dal Medioevo all'Ottocento, occupava, perciò, lo
spazio che si apre sull'Anfiteatro, mentre quella attuale nasce dall'abbattimento
del quartiere delle botteghe. La chiesa di Santa Maria della Grazia (progettata
dal teatino Michele Coluccio nel 1585) insiste sulla parte non scoperta dell'antico
monumento. Dell'anfiteatro romano (II secolo d.C.), scoperto accidentalmente
nel 1929, sono visibili la cavea, la pavimentazione a grandi lastre regolari
di pietra dell'orchestra e la scenamentre le statue sono conservate presso il
Museo provinciale. Ultimamente sono stati restaurati alcuni bassorilievi e alcune
colonne che possono essere ammirate all'inetrno dei tunnel scavati nell'anfiteatro,
a una profondità di circa 7 metri dal piano stradale. Sulla colonna romana,
che nel Seicento da Brindisi fu portata a Lecce, è posta la settecentesca
statua di S. Oronzo, in legno rivestito di lamine di rame realizzata a Venezia
su disegno di Mauro Manieri. Il palazzo del Sedile, ristrutturato tra il 1588
e il 1592, fu costruito per volere del sindaco Pier Mocenigo ed è stato
sede dell'Università (Amministrazione comunale) fino alla metà del
XIX secolo. L'attigua chiesetta rinascimentale di San Marco (1543) suggella
con il suo leone alato l'autorevolezza, anche economica, della colonia veneziana
a Lecce. Sempre in Piazza Sant'Oronzo, troviamo il Sedile e la Colonna di S.
Oronzo.
Il primo, eretto nel 1592 sotto il Sindaco Pietro Mocenigo, è rimasto
sede del Comune fino al 1851. È adibito oggi ad ambiente per mostre d'arte
ed esposizioni. Ad esso è contigua l'ex Chiesetta di San Marco eretta
nel 1543 dai veneziani, con un magnifico portale, ravvivato da un evidente
leone alato.

Il nostro viLa colonna, invece, fu eretta da Giuseppe Zimbalo, nel 1666, per un voto espresso
dalla cittadinanza durante la peste nel 1656, con i rocchi di una delle due
colonne limitari della via Appia a Brindisi. È sormontata da una colossale
statua in rame del Patrono, modellata e fusa in Venezia.
Attraverso Via Augusto Imperatore, si perviene nella piazzetta Vittorio Emanuele
Il, dove sorge la Chiesa di Santa Chiara, di Giuseppe Cino (1687), con elegante
facciata adorna di un ricco portale: a destra della chiesa, si giunge agli scavi
del Teatro Romano, la cui costruzione, come quella dell'Anfiteatro, risale probabilmente
all'epoca degli Antonini.
A poca distanza da piazza sant'Oronzo si trova la Chiesa di Santa Croce (1549-1689)
la più caratteristica manifestazione del barocco leccese con l'annesso
Convento (1659-1695). La realizzazione di questo capolavoro
avvene per volontà dei dei Padri Celestini. Una balconata sorretta da
telamoni e da immagini zoomorfe separa il primo ordine ancora
classicheggiante attribuito a Gabriele Riccardi, dal secondo
tipicamente barocco (opera di Cesare Penna). La navata
centrale è coperta da un soffitto ligneo ricostruito nell'Ottocento
e all'incrocio del transetto si innalza la cupola, eretta nel 1590.
Sulla sinistra, la cappella di San Francesco da Paola con il suo
altare, aratterizzato dalle 12 storie del Santo, modellate e
intagliate da Francesco Zimbalo nel 1614.. Il contiguo
convento dei Celestini, con lo splendido chiostro, e
attualmente la sede dell'Amministrazione Provinciale di
Lecce. A questo punto ci dirigiamo verso la Chiesa di
Santa Irene, che fu iniziata nel 1591 e completata nel
1639, per poi essere successivamente dedicata dai
Teatini alla Santa protettrice della città. La chiesa
presenta una facciata manierista di tipo romano, con le
insegne della città e la statua di S. Irene.
L'interno è a croce latina ad un'unica navata, con cappelle laterali e
pregevoli dipinti di Oronzo Tiso e Giuseppe Verrio. Nel transetto sinistro va
segnalata una formella con una veduta della città del 1650.

Il nostro viContinuando la nostra passeggiata attraverso le vie del centro storico, ci
dirigiamo verso Piazza del Duomo. Una volta giunti possiamo ammirare l'accesso
scenografico
allo splendido invaso della piazza che è costituito dai propilei progettati
da Emanuele Manieri. Sul lato est della piazza si erge il Campanile ricostruito
dal 1661 al 1682 da Giuseppe Zimbalo. Per motivi scenografici, il Duomo, edificato
nel 1659 su quello romanico da Giuseppe Zimbalo, per incarico del vescovo Pappacoda,
presenta una facciata principale molto sobria ed una finta facciata laterale
collocata frontalmente alla piazza. All'interno, nell'abside dell'altare maggiore
si possono ammirare le grandi tele di Oronzo Tiso. Incantevole sull'altare dell'
Annunziata il cinquecentesco "Presepe" di Gabriele Riccardi. Il fondale
della piazza è reso suggestivo dal Palazzo Vescovile rimaneggiato dal
Manieri nel Settecento. Alla sua destra vi è il Palazzo del Seminario,
edificato su progetto dell'architetto Giuseppe Cino (1694-1709) su commissione
dei vescovi Michele e Fabrizio Pignatelli. Caratteristica la facciata ricoperta
da bugne lisce col portale sormontato da una leggiadra loggia a tre archi.
Da piazza del duomo ci spostiamo verso Porta Rudie. Prima di giungenrvi, però,
in via libertini troviamo la chiesa di San giovanni Battista che fu ricostruita
sul finire del XVII secolo su progetto di Giuseppe Zimbalo, per essere poi
completata dopo la sua morte e consacrata nel 1728. Ha una facciata barocca
con un forte
slancio verticale, sottolineato dalle robuste ed alte colonne tortili, che
sembrano prolungare la loro spinta, suggellata da acroteri. L'interno, inscritto
in un
ottagono, ha pianta a croce greca sul cui transetto domina una cupola.
Porta Rudie, che conduceva all'antica città messapica di Rudiae, cadde
sul finire del secolo XVII e venne ricostruita nel 1703. Oltre alle statue di
S.Oronzo, S. Irene e San Domenico, sulle mensole vi sono i busti dei mitici fondatori
della città di Lecce.
Altri monumenti storico artistici da visitare sono la chiesetta di San Giovanni
di Dio, realizzata tra il 1738 e il 1742 sulle rovine di un'altra chiesa da
Mauro Manieri, piazzetta Falconieri con le notevolifacciate settecentesche
dei palazzi
Marrese e Palmieri, il teatro Paisiello, inaugurato nel 1872 su progetto di
Oronzo Bernardini e ricostruito sull'area di un vecchio teatro, la Chiesa SS.
Niccolò e
Cataldo costruita nel 1180 per volontà di Tancredi, conte di Lecce, l'ex
Convento degli Olivetani attualmente sede dell'Università di Lecce e Porta
Napoli chiamata anche Arco di Trionfo, alta più di 20 metri e costruita
nel 1548 su disegno di Gian Giacomo dell'Acaya, in onore di Carlo V, di cui è visibile
lo stemma sul frontone. Questa costituiva l'accesso più prestigioso alla
città. In prossimità della porta si trova l'obelisco realizzato
nel 1822, ad opera di Cosimo Vito Carluccio.