Il paesaggio rurale della Grecia Salentina.

Viaggio nella storia della Grecia Salentina e del Griko - Il paesaggio rurale e il territorio della Grecia Salentina.
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IL PAESAGGIO RURALE DELLA GRECIA SALENTINA


Il territorio della Grecía salentina, fatta eccezione per alcune aree, è fondamentalmente pietroso, composto da strati rocciosi e banchi calcarei.
Un paesaggio avaro di terra coltivabile e spesso privo delle risorse fondamentali come l’acqua.
Muri a secco, costruiti con una pietra molto dura detta dolomia, cingono le proprietà connotando tutta l‘area con un paesaggio definito "della pietra".
L’occupazione principale del popolo grecanico è stata per millenni l’agricoltura, che spesso ha usato forme di coltivazione tradizionali.
Il contadino ha dovuto fare i conti con il pietrame superficiale.
I continui spietramenti per bonificare il terreno hanno lasciato tracce di questo lavoro immane.
Notiamo, infatti, numerosi mucchi di forma conica (le muriscine), oppure spianate (littére) dove venivano poggiate le stuoie o i telai costruiti con canne ed utilizzati per 1‘essiccazione, soprattutto dei fichi.
Dalla pietra si sono ricavati abbeveratoi per greggi, ruote per macinare il grano.
La pietra è servita per rivestire le pareti interne dei pozzi (le pozzelle), disposta a secco in cerchi concentrici impedendo così all’acqua di disperdersi.
Osserviamo, disposti sui declivi delle serre che attraversano il territorio, canali di pietra che permettono di raccogliere le acque piovane indirizzate, poi, in cisterne poste nelle vicinanze o all’interno di un trullo.
Le pietre, quindi, che dapprima costituivano un ostacolo al lavoro e di fatto, limitavano le aree coltivabili, piano piano hanno dato forma a sorprendenti architetture ancora riconoscibili.
Oltre ai muri a secco, semplici o complessi, lineari o tortuosi o disposti in intrigati disegni, si vedono spesso i pìgnòni, sorta di piccole piramidi di pietra sistemate vicino gli ingressi (varchi) delle campagne. Pur nella loro precaria stabilità avvertono i pastori di non utilizzare quel terreno per il pascolo delle greggi: la pietra come silenzioso e chiaro mezzo di comunicazione.
Alcuni recinti di pietra difendono e proteggono dalle forze del vento l‘alberello piantato da poco.
Alcune pietre circolari e piatte vengono utilizzate come basi per il fuoco.
Un richiamo a tempi molto remoti è suggerito anche dalle grandi pietre fitte che prendono il nome di menhir (men=pietra. hìr=lungo), singolari monumenti preistorici, forse a carattere religioso, presenti nel territorio (Zollino, Martano).
Le costruzioni più significative e frequenti dell‘edilizia contadina sono i trulli chiamati ‘‘furnieddhi’’.
Se la maggior parte dei trulli esistenti non è di età molto antica, la tecnica costruttiva è invece remotissima e la si fa risalire all ‘età del bronzo.
Uguale tecnica costruttiva è stata usata per la costruzione del monumento miceneo detto "Il tesoro dì Atreo’’ o ‘Tomba di Agamennone" in Grecía. Un’ipotesi suggestiva è che il trullo abbia origine autoctona, locale e sarebbe la trasformazione in muratura dell’antica capanna di frasche e rami.
A Martano, sulla provinciale per Calimera, esistono perfettamente conservati alcuni esemplari di queste capanne di pietra.
La presenza di queste costruzioni in molte zone del Mediterraneo, sia orientale che occidentale, ha fatto pensare ad un’influenza esterna, in special modo ad un’origine greca.
Grecia e Grecía salentina fuse anche nella tipologia architettonica.
In tutta l’area esistono centinaia di trulli , con un particolare infittimento nella zona di Martano e Soleto. Bravi costruttori di trulli provenivano da Martano. Ritroviamo in queste tipiche costruzioni i sistemi costruttivi più elementari dell’antichità. Gli ingressi sono architravati con tre grossi massi di pietra (sistema trilitico).
Sugli ingressi possiamo notare il triangolo di scarico dal quale derivò la pseudo-cupola del trullo.
I trulli sono di due tipi: troncoconici e troncopiramidali.
All’interno, se la pianta del trullo è circolare, gli anelli di pietra vengono collocati lievemente in aggetto sino a formare una pseudo-cupola chiusa, in alto (sull’ultimo anello di diametro minimo), da una lastra di copertura che spesso ha una croce incisa, l’anno di fabbricazione e le iniziali del costruttore.
Se la base è quadrata, il raccordo tra la muratura di base e la cupola si ottiene mediante quattro lastre sporgenti dagli angoli (pieducci) che consentono l’arrotondamento degli anelli sino alla lastra di copertura.
Tutta la costruzione è interamente a secco e tra le pietre si forma una specie di “camera d’aria’’ che funge da isolante termico per cui il trullo è fresco d’estate e caldo d’inverno.
Elemento comune dei trulli è la scala esterna che collega i gradoni e porta sulla sommità.
L’uso della scala è necessario durante la costruzione dell’edificio ed anche per ispezionare periodicamente la sommità del trullo.
Chi visita la Grecía salentina troverà anche molte masserie.
Alcune ancora in ottimo stato, altre abbandonate. Numerose sono in uno stato di degrado.
La masseria riuniva e riunisce idealmente tutti i fondi agricoli (massa) legati ad essa.
Tutte le masserie, come complessi architettonici, oltre che centri produttivi e sedi di organizzazione del lavoro, presentano tipologie ed elementi architettonici comuni.
Locali per le greggi, stalle, depositi del grano, fienili, alloggi per i lavoranti; a volte anche una chiesa. Altri locali sono destinati a trappeti per la produzione dell’olio.
Spesso troviamo dei forni per cuocere il pane. Intorno al complesso centrale, sede delle abitazioni del padrone o dei massari, erano sistemate le colombaie, le aie, le concimaie, le porcilaie, i pollai, gli apiari.
Rivestirebbe un grande interesse per i turisti pensare un itinerario mirato alla conoscenza della storia che ha portato il territorio della Grecía salentina a presentarsi con questi peculiari e caratteristici segni.
Segni della memoria, delle attività produttive, delle tecniche costruttive, della vita di quest’area così interessante e fortemente connotata.
Servirebbero naturalmente interventi di conservazione e restauro. Tuttavia l’analisi delle capacità ricettive della Grecía salentina - praticamente nulle - potrebbero rilanciare l’idea di riutilizzo delle masserie e dei trulli per una loro destinazione agrituristica. L’insistenza di diversi trulli nelle vicinanze di masserie suggerirebbe il loro uso come bungalow, unità unifamiliari destinate all’alloggio, e le masserie come centri polivalenti destinati alla ristorazione, agli sport, ai servizi .
La Grecía Salentina sino ad oggi non ha favorito una valida politica dell’accoglienza.

Tratto dalla collana "Puglia Rurale" - Regione Puglia
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