La parola dolmen deriva dall’antico bretone tol
o tuol (tavola) e men (pietra). Si tratta di un monumento megalitico
preistorico (i primi dolmen risalgono al IV millennio avanti
Cristo) costituito da pietre fitte che sostengono una grande
lastra di copertura, tanto da formare un ambiente ad uso per
lo più sepolcrale.
Il territorio pugliese è regolarmente
punteggiato da queste testimonianze megalitiche, ma tre sono
le zone in cui i dolmen si incontrano con più frequenza:
la costa barese e il tarantino, dove si è sviluppata
la tipologia del dolmen "a galleria" realizzato
con grandi lastre, che può presentare delle divisioni
all’interno della camera sepolcrale e il Salento dove
si trovano strutture di più modeste dimensioni. Da segnalare
due dolmen nel territorio di Salve, ubicati nella marina di
Pescoluse, a poca distanza dalla litoranea Gallipoli-S. Maria
di Leuca.
Nel primo, del quale non si hanno più notizie
da diversi anni, sono stati rinvenuti frammenti di ossidiana,
pezzi di ceramica e ossa umane (fatto piuttosto raro e quindi
della massima importanza); il secondo, conosciuto come dolmen ”Argentina”, è un
dolmen semi-ipogèo che presenta una camera scavata nella
roccia destinata a sepoltura e un ingresso megalitico. Degni
di nota sono anche il dolmen Placa (dal greco plaka – lastra
di pietra), tra Calimera e Melendugno e il dolmen Scusi a Minervino
di Lecce.
SCRITTO DA EMANUELE PASCA
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